mercoledì, settembre 21

Il "Solito" Myazaki


Myazaki, come ogni regista che raggiunge la maturita' artistica, gira sempre lo stesso film, racconta sempre la stessa storia.

Sembra banale ribadirlo, anche perche' sembra di sminuire l'opera, di pensare che l’artista abbia finito le idee e non faccia altro che “girare in giro” ai soliti temi e contemporanemante di non avere il coraggio di dirlo apertamente, screditandolo. Invece accettare questa premessa permette di andare oltre, di lasciare paradossalmente perdere la storia, lo sviluppo, i personaggi e persino (apparentemente) il filo logico e focalizzare l’attenzione su cio’ che rimane : L’immagine pura, l’emozione che suscita, i simboli.

Nel “Castello Errante”, innanzitutto, c’e’ la Guerra. Il concetto stesso della guerra, vista come atto innatturale, come “anti-vita”, senza giustificazioni possibili. La guerra divora il mondo, irrompe nelle case dormienti schiantando le finestre in mille pezzi, le macchine da guerra corrompono i prati fioriti, trasforma i soldati in mostri “che non ricordano piu’ neppure cos’e’ il pianto”. E’ associata alla porta “nera” del castello, alla dimensione oscura in cui Howl perde la sua stessa umanita’. Fuoco e Dolore.

La Guerra e’ la responsabilita’ del mondo degli adulti, lo scenario in cui si il “bambino” Howl, lo stregone che ha perso il suo cuore, affronta il suo cammino verso la maturita’. Howl non vuole rispondere alla “chiamata alle armi” e schierarsi. Ha paura, la sua stanza e’ ricolma di giocattoli e il suo unico compagno e’ un bambino che si finge “vecchio” quando e’ necessario. Howl e’ un bambino che gioca a fare l’uomo. Ha costruito un castello senza fondamenta (instabilita’), una casa senza radici (calcifer=focolare) e non puo’ crescere perche’ il suo stesso cuore ne’ e’ il motore.

E qui subentra Sophie, la protagonista. A causa (o grazie?) ad un incantesimo sara’ madre/nonna/amante/amica di Howl.E’ l’altra meta’ del cielo, il lato femminile di cui Howl, nel suo essere infantile, ha bisogno e di cui e’ l’unica guida possibile.Se in Myazaki abbiamo sempre una figura femminile “doppia”, qui le cose si complicano ulteriormente, dato che oltre a Saliman (la maga di corte, maestra di Howl e raffigurante l’ordine) e alla Strega delle Lande (il lato oscuro, ovviamente),si aggiunge la natura duplice (o quadruplice!) di Sophie, al tempo stesso saggia/ingenua, anziana e giovane. In base alla situazioni e alle sue emozioni “interiori”, Sophie modifica il suo aspetto creando un geniale aggancio “visivo”, diventando giovane quando confessa il suo amore davanti a Saliman, o “madre” quando Howl le chiede di parlare a nome suo al Re, o vecchia decrepita quando accetta di diventare la donna delle pulizie del castello.

Sophie si inserisce nella vita di Howl, sempre piu’ profondamente.Questa modifica al nucleo famigliare, questa contaminazione che evolve (accettando al suo interno la Strega delle Lande, il “male” ormai inerme, traslocando nella stessa casa dove Sophie abitava) si svolge pero’ sempre nello “schema” stabilito da Howl, che accetta le sue responsabilita’ (la Guerra) perche’ ora “ha qualcosa da difendere”. La conclusione, in questo caso, e’ gia’ scritta e sarebbe tragica : Howl perde sempre di piu’ la sua umanita’, costretto a partecipare all’assurdita’ della Guerra, che intanto, avanza sempre di piu’, infrangendo anche gli incantesimi con cui ha difeso il suo “mondo”. Sta’ dimenticando la sua “anima” (i bambini-“stella” danzanti). La sua e’ una “non-scelta”, e’ l’accettare l’ordine delle cose del mondo degli “adulti”, senza possibilita’ di salvezza o redenzione.


Sara’ Sophie, distruggendo il castello (estromettendone il “cuore”, il “focolare”: Calcifer) e ricreandolo rinunciando ad una parte di se’ stessa (la sua “treccia”, il suo passato, la sua fanciullezza) a permettere ad Howl una via d’uscita, un’alternativa all’essere annullato dai suoi obblighi. Scoprendo il segreto.Ridandogli l’Anima.


Il resto e’ puro Myazaki : basta un bacio per liberare un re e fermare la Guerra. Basta l’amore per creare un nuovo castello, sempre senza radici ma questa volta volante, con il mago-bambino libero di essere (finalmente) se’ stesso.

Dal punto di vista visivo, siamo ad altissimi livelli : La sequenza iniziale della “camminata” nel cielo, le varie incarnazioni di Calcifer, l’attacco degli uomini-gomma e lo scontro tra Saliman ed Howl. Il mio preferito rimane comunque Mononoke (anche se devo ancora vedere Laputa) ma e’ comunque un gran bel film. Una fiaba.


(Al cinema c’era un sacco di gente, tutti piu’ o meno dai 25 ai 30 anni. E’ bello sapere di non essere l’unico ad essere cresciuto a pane e “Conan il ragazzo del futuro”...eheh..)


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