sabato, settembre 2
Le Dahlia Noir
La serata parte nel migliore dei modi : Cena Paura all'Osteria di Valenti, con Greg e la sua dolce meta', Baby : Tagliere salumi e formaggi, Tagliata agli aromi, vino, Crema Valenti-Chantilly. Il regalo acquistato nel pomeriggio per Greg risulta gradito, do' consigli da vecchio saggio, si progetta un viaggio a Londra per shopping e sightseeing per un futuro prossimissimo.
Al caffe' Greg e' provatissimo per la sua Fiorentina da 6 Kg., la mia Gattiger si lecca i baffetti e ci avviamo alla volta di uno degli ultimi cinema rimasti sul territorio di BergHelm.
All'ingresso ci aspettano Principessa e Sberla McQueen (che, tra parentesi, e' il sosia sputato di Josh Hartnett!), Greg srotola i biglietti, prudentemente acquistati con largo anticipo ed entriamo.
La sala, come si suol dire, era gremita. Vengo insultato dal resto della compagnia per la scelta del cinema : E le sedie sono strette, e sono troppo vicine, e sto' respirando la forfora di quello seduto davanti, e sembra di essere all'oratorio, e l'impianto audio sembra che l'hanno preso da mediaworld a 199 Euro e cosi' via.
Ma se questo e' il prezzo da pagare per non andare mai piu' all'UCI Cinemas, sono contento di pagarlo.
Buio in Sala. Su il sipario. Si inizia: "The Black Dahlia"
Il film merita due recensioni separate : Una e' quella "cinematografica", e il giudizio e' indiscutibile : DePalma confeziona un'omaggio ai film noir anni '40: Gli sbirri fanno i duri, le donne sono fatali, tutti fumano come turchi. L'impronunciabile direttore della fotografia, Vilmos Zsigmond, fa' un lavoro fantastico nel ricreare l'atmosfera dell'epoca, e il regista (per scaldarsi i muscoli) ci regala nella prima meta' del film delle scene memorabili : L'incontro di pugilato, il bellissimo piano sequenza che introduce la fantastica scena della sparatoria con i neri. Usa persino le dissolvenze a tendina e in certi momenti sembra di guardare "Dragnet"...
I filmati di repertorio di Liz Short, la Dalia Nera, ci regalano una Mia Krishner in stato di grazia, che ci ossessiona come un fantasma triste e che accompagna i protagonisti verso il loro triste destino (tra parentesi : ma la Krishner ha mai fatto un film "normale"? Perche' me la ricordo solo in ruoli assurdi?)
Da meta' film in poi DePalma si rilassa : la scena della cena a casa Linscott (con la soggettiva grandangolare iniziale), paradossale e assurda, introduce una grandissima Fiona Shaw (Ramona Linscott, pazza e ubriaca) e allenta una tensione che stava diventando palpabile.
Ma e' solo una pausa : nel finale il regista si scatena : Continui rimandi e flashback a particolari di scene precedenti, una Hilary Swank (Madeleine Linscott, l'alter-ego della Dalia Nera) che diventa la vera protagonista, un ritmo che toglie il fiato fino alla scena madre della Shaw (Bette Davis rinata!) da applauso a scena aperta. DePalma e' bravo e lo sa', usa tutte le armi a disposizione per regalarci uno spaccato di quella Los Angeles e di quegli anni, innocenti e corrotti al tempo stesso, come la povera Dalia Nera.
Ma veniamo alla seconda recensione, e ai punti dolenti: un film non e' solo tecnica e atmosfera, ma anche e soprattutto una storia che viene raccontata.
Ecco : La Dalia Nera e' un macello piu' finito, una storia contorta, in cui le storie dei personaggi si accartocciano su se' stesse, e in cui il torbido intrigo e' decisamente torbido e molto intricato. Forse troppo. Per dirla con le parole di Greg, "A meta' film, non ci si capisce piu' un cazzo". E come dargli torto :
DePalma sembra piu' interessato all'estetica delle inquadrature che a rendere chiara la storia. E a me i film in cui bisogna prendere appunti in sala non sono mai piaciuti.
Secondo punto dolente, forse il piu' grave : il Cast. Josh Hartnett come "Bucky" Bleichert e' completamente fuori parte: quando fa' il tetro tormentato sembra Beverly Hills 90210: assolutamente non credibile e soprattutto troppo belloccio. Scarlett Johansson ha due espressioni : Gonfia e piu' Gonfia. Non so' che cavolo le hanno fatto, ma mi sa' che il botulino le ha paralizzato l'espressivita' facciale. E, per una volta, i suoi sguardi e atteggiamenti da "Dark Lady" vanno completamente a vuoto. Alla fin fine e' anche lei nella parte sbagliata : Kay Lake rappresenta la redenzione, l'angelo ritornato dall'inferno, la "favola" (come dice lo stesso Bucky), mentre la Johansson e' brava quando fa' un po' (scusate il termine) la mignotta (in "Match Point", per esempio).
Le soprese vengono da chi non ti aspetti : Hilary Swank-Madeleine e' magnifica e ruba la scena e il cuore. Mia Krishner-Liz Short e' un'angelo etereo. La Fiona Shaw-S.ra Linscott ti sorprende e fa' vedere a tutti come si recita. Persino Rose McGowan, che passa li' per caso, fa' un cameo divertente e che ci sta'.
Insomma : alla fin fine il tutto risulta appena sufficiente. Il mio film preferito sull'epoca rimane "L.A. Confidential" (sempre tratto da Ellroy, oltretutto), sia per l'atmosfera che per gli interpreti. Curtis Hanson non sara' DePalma, ma gli attori li' sono usati al meglio e soprattutto si finisce, alla fine, con la sensazione di aver visto (e capito) una bella storia. Qui, invece, il flash finale del cadavere della Dalia Nera, non basta a darne l'impressione.
P.S. Mentre lo vedevo, mi chiedevo a quali attori di quell'epoca assegnare i vari ruoli... Bucky e' Humphrey Bogart, sicuro. Leland Blanchard e' James Stewart. Kay Lake e' Grace Kelly o Kim Novak. La S.ra Linscott e' Bette Davis. Ma Madeleine? Rita Heyworth? e la Dalia Nera?
Cars Marching
Questa e' una storia, e come molte storie parla di persone, di esseri umani che sfrecciano sulle autostrade della Vita, talvolta sfiorandosi e talvolta scontrandosi. Poche persone la capiranno pienamente (forse due), dato che , ovviamente, non si fanno nomi. Tutti gli altri la dovranno accettare per quella che e' : Una storia, appunto.
E' la storia di un giovane-vecchio allora ventiseienne (il sottoscritto) a cui, vari anni fa', fu richiesto consiglio, tra una sigaretta e l'altra nelle pause di lavoro per un nascente Colosso delle Autostrade Informatiche, per un problema di cuore. La richiesta veniva da una sua amica. La suddetta era allora (piu') giovane e ancora un po' maschiaccio, ma comunque gia' decisamente carina.
Il consiglio in questione : La giovane amica aveva offerto il suo cuore ad un suo "amico", il quale, codardamente, si era defilato, la evitava, insomma la rifiutava piu' o meno gentilmente. Cosa doveva fare? : insistere o rassegnarsi?
Ora : Se c'e' una cosa di cui sono esperto e' la gestione delle delusioni d'amore. Ho fatto un sacco di pratica su me stesso, sapete.
Quindi non ebbi dubbi : Dissi alla giovane collega che il cretino non meritava il suo cuore, di lasciar perdere e riservarlo per qualcuno che se lo meritasse (non il sottoscritto, imbecilli : su queste cose non ho mai secondi fini...) e che ero sicuro che le occasioni non le sarebbero mancate. Pensavo, oggi come allora, che la vita fosse troppo breve per rincorrere chi e' troppo stupido per inseguirci.
Il consiglio fu accettato, senza troppe convinzioni : D'altronde raramente la Mente prevade sul Cuore, checche' se ne dica. Col tempo, comunque, la giovane amica se ne fece una ragione, e continuo' per la sua strada.
Il tempo passo' (non molto, una manciata di mesi) e il giovane ventiseienne si ritrovo' con un'altro giovane amico in una citta' di mare, sempre per lavoro. Il suddetto era allora (piu') giovane, ma aveva gia' la faccia d'angioletto ed era decisamente piacente.
Dopo una cena allucinante, ebbro di hashish, vino bianco e gamberetti, gli venne richiesto di nuovo consiglio dal suddetto collega (che ci volete fare, si vedo che ispiro confidenze) sempre per una questione d'amore :
Una sua "amica" gli aveva offerto il suo cuore, e lui, codardamente, si era defilato, la evitava, insomma la rifiutava piu' o meno gentilmente. Aveva fatto bene? "Beh, dipende : ", risposi, "e' carina? ti piace?". Si e si, rispose lui, ma era complicato : non voleva rovinare l'amicizia, non era cosi' convinto di impegnarsi, c'erano altre non meglio identificate difficolta', non voleva averci solo un'avventura perche' l'avrebbe delusa e via di questo passo.
Il consiglio del sottoscritto fu perentorio : pensavo, oggi come allora (e come qualche mese prima) che la vita fosse troppo breve per sprecarla in inutili paranoie : Se voleva provarci, doveva provarci. Non avrebbe mai scoperto se poteva diventare una cosa seria e importante stando li' "tra color che son sospesi". E non era neanche corretto nei confronti della ragazza, che probabilmente stava soffrendo a causa sua.
Il consiglio fu accettato, senza troppe convinzioni : D'altronde raramente il Cuore prevade sulla Mente, checche' se ne dica. Col tempo, comunque, il giovane amico prese una decisione, giusta o sbagliata che fosse , e continuo' per la sua strada.
Il tempo passo', come nei film : immaginatevi vari foglietti che si staccano dal calendario :
Giorni, Mesi, Anni.
I due amici di cui sopra, hanno continuato per la loro strada... ma vari indizi mi portano a pensare che le loro strade si siano in qualche modo incrociate di nuovo.
La proverbiale goccia che ha fatto traboccare il proverbiale vaso e' stata la visione (quasi contemporanea) da parte di entrambi del film "Cars": Il fatto e' che Lei e' una grande appassionata dei film d'animazione, mentre Lui decisamente meno... mmmh....
Ovviamente non si fanno nomi. Colui che scrive ha da tempo imparato la saggezza del Gufo (il piu' silenzioso tra i volatili), abbandonando la loquacita' della Cornacchia.
Di queste cose non si parla, anche perche' i due mantengano un apparente velo di mistero sul loro "riavvicinamento", e immagino abbiano le loro buone ragioni.
Ma il vostro Gufo non resiste mai alla tentazione di raccontare una storia.
E cosi', dopo essermela tenuto dentro per tanto, tanto tempo (ad insaputa di entrambi, oltretutto) finalmente me ne libero. Questa storia e' dedicata a loro. Spero che possano sfrecciare felici sul resto della loro strada, e che le loro corsie non si debbano di nuovo separare.
Spero che siano felici, tutto qua.
P.S. tra parentesi, il film "Cars" non e' niente male.
All the little Cars are marching
Red and black antennae waving
They all do it the same
They all do it the same way
Dave Matthews Band - Ants Marching (revisited)